Carcinoma duttale infiltrante
Il carcinoma duttale infiltrante è la forma più comune di tumore al seno, infatti rappresenta circa l’80% delle nuove diagnosi di tumore alla mammella. L’età media di insorgenza è circa 50-55 anni.
Cos’è il carcinoma duttale infiltrante e dove si forma
Il carcinoma duttale infiltrante è un tumore maligno che origina a livello dei dotti galattofori, i piccoli canali deputati al passaggio del latte dal lobulo al capezzolo.
A differenza del carcinoma duttale in situ, ovvero la fase pre-cancerosa, il carcinoma infiltrante ha superato le pareti dei dotti e si è diffuso nei tessuti circostanti o in altri organi.
Tipologie
I carcinomi duttali infiltranti presentano una notevole varietà di caratteristiche e possono essere suddivisi in:
- Tipi istologici non speciali o Non Altrimenti Specificati (NAS): sono la tipologia più comune e rappresentano circa il 75-80% di tutti i carcinomi della mammella. Sono definiti in negativo per l’assenza di caratteri morfologici peculiari.
Questi tumori possono essere molto aggressivi e dal punto di vista macroscopico si presentano in genere con un nodulo solido o un addensamento del tessuto (parenchima) a margini irregolari.
- Tipi istologici speciali (es. tubulare, midollare, papillare): rappresentano circa il 20-25% dei carcinomi duttali infiltranti e a differenza della variante NAS, hanno delle caratteristiche particolari non solo da un punto di vista istologico, ma anche clinico.
Entrambe le categorie possono essere distinte in tre sottogruppi molecolari con importanti implicazioni sulla terapia e la prognosi:
- Tumori ER+, HER2-, in cui è presente il recettore per estrogeni e progesterone ma non quello della proteina HER2;
- Tumori HER2+, in cui è presente il recettore per la proteina HER2;
- Tumori ER-, HER2-, detti anche tumori al seno tripli negativi perchè non presentano recettori né per gli estrogeni, né per il progesterone, né per la proteina HER2, quindi non avendo alcun bersaglio da colpire, sono quelli con la mortalità più alta.
Differenza tra carcinoma duttale in situ e infiltrante
Il carcinoma duttale infiltrante rappresenta la fase successiva del carcinoma duttale in situ (CDIS). In questo caso le cellule hanno acquisito la capacità di muoversi e superare la parete dei dotti mammari.
A differenza del CDIS, il carcinoma infiltrante può diffondersi (metastatizzare) in altre parti del corpo attraverso il sistema linfatico e il flusso sanguigno.
Sintomi
Nella maggior parte dei casi il carcinoma duttale infiltrante è asintomatico e può essere diagnosticato anche in una semplice mammografia di controllo. Tuttavia, alcune donne possono presentare alcuni sintomi tra cui:
- Nodulo mammario palpabile;
- Cambiamenti nella forma e nelle dimensioni del seno;
- Dolore costante al seno o all’ascella;
- Gonfiore del seno o dell’ascella;
- Secrezioni a livello del capezzolo e/o dell’areola;
- Ispessimento della pelle.
Diagnosi
La diagnosi di carcinoma duttale invasivo richiede sempre una combinazione di esami che sono la visita senologica, la mammografia o la tomosintesi mammaria, l’ecografia mammaria.
Un ulteriore esame di approfondimento è la risonanza magnetica del seno con mezzo di contrasto, che può essere utilizzata per valutare l’estensione della lesione individuata mediante ecografia o mammografia.
A confermare la diagnosi di carcinoma duttale infiltrante è l’esame istologico, a seguito di una biopsia del seno in cui vengono prelevati con un piccolo ago alcuni frammenti di tessuto mammario da analizzare.
Oltre a stabilire la natura del tumore, la biopsia tissutale serve anche a valutare se i recettori delle cellule tumorali sono sensibili agli ormoni (estrogeni e/o progesterone) o alla proteina HER-2.
In caso di microcalcificazioni il prelievo del campione si esegue attraverso una procedura radioguidata chiamata mammotome o biopsia stereotassica.
Non dimenticare l’importanza della diagnosi precoce
La diagnosi precoce consente di scoprire il cancro al seno nella fase iniziale, quando è possibile intervenire con la massima efficacia e con trattamenti meno invasivi.
Microcalcificazioni nel carcinoma duttale invasivo
Le calcificazioni al seno si formano a livello del nodulo tumorale a causa dello scarso apporto di sangue che determina ipossia tessutale, necrosi cellulare e infine precipitati di sali di calcio.
Nel carcinoma duttale infiltrante le microcalcificazioni sono frequenti e sono localizzate a livello dei dotti galattofori.
La valutazione della forma, delle dimensioni e della densità delle microcalcificazioni mediante mammografia consente al medico di valutare gli altri esami di approfondimento da eseguire e le scelte terapeutiche più adeguate al caso.
Stadiazione e grado di aggressività
Lo stadio del carcinoma duttale infiltrante (staging) indica il grado di estensione del tumore mammario nell’organismo e consente di stabilire la prognosi e il trattamento più efficace per la paziente.
Lo stadio di un tumore è descritto come un numero su una scala da I a IV. Gli stadi I, II e III descrivono tumori in fase iniziale o localmente avanzati mentre lo stadio IV indica la diffusione del tumore in organi a distanza (metastasi) come le ossa o il fegato.
Il grado di invasività del tumore al seno (grading) è un altro importante parametro prognostico e si valuta con l’esame istologico.
Può assumere un valore da G1 (basso grado) a G3 (alto grado) sulla base delle anomalie cellulari visibili al microscopio, al tasso di proliferazione delle cellule e ad altri elementi come l’entità della necrosi tumorale.
Gli esami per valutare stadiazione e grading tumorale
Per definire la stadio di un tumore al seno è necessario valutare 3 parametri: estensione locale (T), coinvolgimento dei linfonodi regionali (N) e metastasi a distanza (M).
La mammografia o altri esami di imaging consentono di valutare l’estensione locale del tumore, mentre l’esame istologico dà informazioni relative all’istotipo tumorale, al grado di aggressività e di infiltrazione del tessuto.
L’esame del linfonodo sentinella (linfoscintigrafia) ed eventualmente di altri linfonodi ascellari viene utilizzato per valutare il parametro N (invasione linfonodale).
La presenza di metastasi può essere evidenziata da esami di imaging specifici come la TC, la RM mammaria o la scintigrafia ossea, sulla base del sospetto clinico.
Prognosi del carcinoma duttale infiltrante
La prognosi del carcinoma duttale infiltrante dipende da numerosi fattori, come lo stadio della malattia, il grado tumorale, il tipo istologico, lo stato dei recettori molecolari, le caratteristiche cliniche della paziente, ecc.
Per avere una visione più chiara e completa della situazione individuale è meglio valutare questi aspetti con il propri medici di riferimento, che potranno spiegare i risultati emersi dagli esami e illustrare i passi successivi da svolgere.
Terapia del carcinoma duttale infiltrante
Il trattamento del carcinoma duttale invasivo è multidisciplinare e comprende l’intervento chirurgico accompagnato da diverse opzioni terapeutiche, ovvero chemioterapia, radioterapia, terapia endocrina, qualora il tumore risulti sensibile agli ormoni (estrogeni e/o progesterone) o terapia a bersaglio molecolare, in caso di carcinoma duttale infiltrante HER2 positivo.
Per alcune donne, la chemioterapia o la terapia anti-ormonale sono utili anche prima dell’asportazione del cancro al seno. In questo caso parliamo di terapia neoadiuvante o primaria, necessaria quando le dimensioni del tumore o il coinvolgimento dei linfonodi ascellari non consentono subito l’intervento chirurgico.
Dopo la chirurgia possono essere indicate ulteriori terapie di prevenzione, dette in questo caso adiuvanti o precauzionali. Le terapie oncologiche adiuvanti servono a ridurre il rischio che il tumore si riformi (recidiva locale) e possa diffondersi in altri organi (recidiva a distanza o metastasi) o a prevenire la comparsa del tumore nella mammella controlaterale.
I trattamenti oncologici per il cancro al seno possono anche essere combinati tra di loro per garantire alla donna risultati più efficaci.
Opzioni chirurgiche in caso di carcinoma duttale infiltrante
La scelta dell’intervento chirurgico si basa sulla valutazione delle caratteristiche del tumore, del seno della paziente e di altri fattori.
Le opzioni di trattamento comprendono la chirurgia conservativa del seno (nodulectomia, quadrantectomia) o la mastectomia.
In genere, la chirurgia conservativa è l’opzione di prima scelta poiché è meno invasiva, ma è controindicata in alcune donne, come ad esempio quelle con malattia multicentrica (presente in più quadranti), quelle con un tumore esteso in cui non vi è abbastanza tessuto mammario rimanente per la cosmesi o nelle pazienti che non possono ricevere altre terapie oncologiche.
Nel carcinoma duttale invasivo sapere se i linfonodi ascellari sono coinvolti è fondamentale per garantire alla donna il migliore apporoccio terapeutico; pertanto, la biopsia del linfonodo sentinella (lifoscintigrafia) viene sempre eseguita.
Ricostruzione del seno dopo l’asportazione del tumore
La pianificazione chirurgica prevede sempre la ricostruzione del seno, nella maggior parte dei casi contestualmente all’intervento terapeutico, garantendo alla donna il migliore risultato estetico, sia in caso di quadrantectomia che di mastectomia.
Oggi, anche in caso di intervento demolitivo, la mastectomia conservativa (nipple sparing) consente di risparmiare l’intero involucro cutaneo della mammella e il complesso areola capezzolo.
Terapia ormonale in caso di carcinoma intraduttale
La terapia endocrina è utile nelle donne con tumore al seno ormono-sensibile. Il trattamento, nelle pazienti idonee, riduce il rischio di recidiva sia omolaterale che controlaterale.
Esistono modalità di trattamento endocrino specifiche, come quella con l’anticorpo monoclonale trastuzumab, che possono essere somministrate alle pazienti HER-2 positive.
Radioterapia
La radioterapia si esegue dopo l’intervento conservativo per ridurre il rischio che il tumore si riformi nello stesso seno. In casi selezionati il trattamento radioterapico può essere indicato anche dopo una mastectomia.
Carcinoma duttale infiltrante guarigione
Il tasso di guarigione per il carcinoma duttale infiltrante dipende da diversi fattori, tra cui lo stadio del tumore al momento della diagnosi, il tipo di trattamento ricevuto e la risposta individuale alle cure.
Nei primi stadi della malattia, quando il tumore è ancora localizzato e non si è diffuso ad altre parti del corpo, le possibilità di guarigione sono generalmente più alte.
È importante sottolineare che ogni caso è unico e che non esiste un tasso di guarigione standard per il carcinoma duttale infiltrante.
Tuttavia la diagnosi precoce e le moderne opzioni di trattamento hanno migliorato significativamente le prospettive di guarigione.
Carcinoma duttale infiltrante e sopravvivenza
Se il carcinoma duttale infiltrante è limitato al seno, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è circa del 99%. Oltre la metà delle donne con cancro al seno riceve una diagnosi in questa fase.
Se il cancro si è diffuso ai linfonodi vicini, il tasso di sopravvivenza a cinque anni è dell’86%, mentre se si è diffuso in un altro organo (metastasi a distanza), il tasso cala al 28%.
Recidive
In caso di carcinoma duttale invasivo è importante effettuare un monitoraggio periodico dopo la fine del trattamento, in quanto il tumore può tornare a colpire anche a distanza di anni sia con recidiva omolaterale sia controlaterale.
Il rischio di metastasi a distanza nell’arco di 20 anni varia dal 10 al 41%, a seconda dello stadio e del grado iniziale del tumore.
FAQ – Le risposte alle domande delle donne
Cosa significa carcinoma duttale infiltrante G2?
Il Grado 2 indica che le cellule tumorali del CDI hanno una moderata differenziazione. Ciò significa che le cellule tumorali hanno alcune caratteristiche simili alle cellule normali del tessuto del seno, ma mostrano anche segni di anomalia.
Il grado intermedio suggerisce che il tumore potrebbe essere più aggressivo rispetto a un tumore di Grado 1 (ben differenziato), ma meno aggressivo rispetto a un tumore di Grado 3 (poco differenziato).
Carcinoma duttale infiltrante B5, qual’è la sopravvivenza?
Il carcinoma duttale B5 può essere in situ, ovvero non ancora infiltrante lo stroma, oppure infiltrante. A distinguere correttamente le due varianti sono le sigle B5a (carcinoma in situ) e B5b (carcinoma invasivo).
Se il carcinoma duttale B5b è limitato al seno, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è circa del 95%.
Se il carcinoma duttale infiltrante si è diffuso ai linfonodi vicini o in un altro organo (metastasi), il tasso di sopravvivenza diminuisce ma può variare in base a diversi fattori come le caratteristiche del tumore, il suo grado di aggressività, l’età e lo stato di salute della donna, l’eventuale presenza di familiarità con il carcinoma mammario o il carcinoma ovarico, ecc.
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Autore: Dr. Marco Cantele
Bibliografia
Ultima modifica 29 Agosto 2023