Carcinoma papillare mammario
Il carcinoma papillare è un raro tipo di cancro al seno che presenta generalmente una crescita
lenta e una buona risposta al trattamento. L’incidenza è di appena l’1-2%. L’età media di insorgenza varia dai 55 ai 70 anni.
Dove si forma il carcinoma papillare mammario
Il carcinoma papillare origina nei dotti lattiferi e presenta spesso sia cellule invasive che cellule non invasive (in situ). Macroscopicamente ha un aspetto di tipo cistico.
Come si presenta
Al microscopio, l’aspetto distintivo che differenzia il carcinoma papillare da altri tumori al seno è la presenza di piccole escrescenze simili a dita chiamate papule, con confini in genere ben definiti.
Tipi di carcinoma papillare
Il termine papillare può riferirsi a diversi tipi di carcinoma mammario, in particolare:
- Micropapillare invasivo, che fa parte del tipo istologico speciale;
- Papillare invasivo, una forma rara di carcinoma mammario;
- Papillare intraduttale, rientra nelle lesioni papillari;
- Papillare incapsulato, rientra nelle lesioni papillari;
- Papillare solido, rientra anch’esso nelle lesioni papillari.
In questa pagina prenderemo in considerazione il carcinoma papillare invasivo.
Sintomi
l carcinoma papillare mammario può manifestarsi in modo asintomatico, tuttavia, come per la maggior parte dei tumori al seno, eventuali sintomi possono includere:
- Nodulo o massa nel seno;
- Irritazione della pelle senza apparente motivo;
- Fossette sulla pelle (pelle a buccia d’arancia);
- Dolore al seno o al capezzolo;
- Gonfiore al seno;
- Retrazione del capezzolo;
- Secrezioni anomale del capezzolo;
- Arrossamento, ispessimento o squame sulla pelle o sul capezzolo;
- Nodulo a livello ascellare.
Diagnosi
La diagnosi di carcinoma cribriforme non differisce dagli altri istotipi tumorali e richiede l’esecuzione di una serie di indagini strumentali, come la visita senologica, la mammografia o la tomosintesi mammaria.
La mammografia non sempre rileva questo tipo di tumore e in caso di dubbio è possibile integrare il percorso con altri esami di imaging come l’ecografia mammaria o la risonanza magnetica mammaria.
Successivamente, per confermare se la lesione è un cancro alla mammella e classificare l’istotipo tumorale è necessario effettuare un esame istologico, cioè un’analisi al microscopio del tessuto mammario.
Questo esame richiede il prelievo tramite una procedura mini-invasiva (agobiopsia) di un piccolo campione di tessuto mammario della paziente.
Si tratta di una diagnosi non semplice, in quanto il tumore è molto raro e può assomigliare ad
altri tumori papillari, che hanno comportamento clinico diverso.
Inoltre in un esame istologico si valuta solo ciò che si è riusciti a prelevare con la biopsia, per cui se nel campione non risultano cellule invasive, non si può escludere che non siano presenti nel tumore originale.
Non dimenticare l’importanza della diagnosi precoce
La diagnosi precoce consente di scoprire il cancro al seno nella fase iniziale, quando è possibile intervenire con la massima efficacia e con trattamenti meno invasivi.
Stadiazione e grado di aggressività
Lo stadio del carcinoma papillare (staging) indica il grado di estensione del tumore mammario nell’organismo e consente di stabilire la prognosi e il trattamento più efficace per la paziente.
Lo stadio di un tumore è definito con un numero su una scala da I a IV. Gli stadi I, II e III descrivono tumori in fase iniziale o localmente avanzati mentre lo stadio IV indica la diffusione del tumore in organi a distanza (metastasi).
Il grado di invasività del tumore al seno (grading) è un altro parametro prognostico che si valuta all’esame istologico.
Può assumere un valore da G1 (basso grado) a G3 (alto grado) sulla base delle anomalie cellulari
visibili al microscopio e rappresenta l’aggressività di quello specifico tumore.
Il carcinoma papillare invasivo è spesso un tumore di grado 2.
Gli esami per valutare stadiazione e grading tumorale
Per definire la stadio di un tumore al seno è necessario valutare 3 parametri: estensione locale (T), coinvolgimento dei linfonodi regionali (N) e metastasi a distanza (M).
La mammografia o altri esami di imaging consentono di valutare l’estensione locale del tumore, mentre l’esame istologico dà informazioni relative all’istotipo tumorale, al grado di aggressività e di infiltrazione del tessuto.
L’esame del linfonodo sentinella (linfoscintigrafia) ed eventualmente di altri linfonodi ascellari viene utilizzato per valutare il parametro N (invasione linfonodale).
La presenza di metastasi può essere evidenziata da esami di imaging specifici come la TC, la RM mammaria o la scintigrafia ossea, sulla base del sospetto clinico.
Gli esami per valutare stadiazione e grading tumorale
Per definire la stadio di un tumore al seno è necessario valutare 3 parametri: estensione locale (T), coinvolgimento dei linfonodi regionali (N) e metastasi a distanza (M).
La mammografia o altri esami di imaging consentono di valutare l’estensione locale del tumore, mentre l’esame istologico dà informazioni relative all’istotipo tumorale, al grado di aggressività e di infiltrazione del tessuto.
L’esame del linfonodo sentinella (linfoscintigrafia) ed eventualmente di altri linfonodi ascellari viene utilizzato per valutare il parametro N (invasione linfonodale).
Prognosi
La prognosi del carcinoma papillare invasivo è in genere favorevole, le metastasi ai linfonodi ascellari sono rare.
Cura del carcinoma papillare
Come per le altre forme di cancro al seno, esistono diverse possibilità di cura del carcinoma paillare.
Il medico valuterà e proporrà alla paziente le migliori opzioni dopo aver eseguito i test necessari per definire le specificità del singolo tumore in esame.
In genere, il cancro papillare invasivo viene rimosso tramite un intervento chirurgico conservativo (quadrantectomia) o demolitivo dell’intero seno (mastectomia), in base alle indicazioni dell’equipe medica.
La ricostruzione del seno con protesi o tessuto del paziente può essere presa in considerazione dopo una mastectomia o una quadrantectomia.
Dopo la chirurgia mammaria è in genere indicata una terapia adiuvante costituita da chemioterapia e radioterapia.
Solitamente questo tipo di tumore esprime il recettore per gli estrogeni (ER) e il progesterone per
cui può essere indicata anche la terapia ormonale.
Nella maggior parte dei casi, i carcinomi papillari non presentano una sovraespressione di HER2, per cui la terapia a bersaglio molecolare (target therapy) non risulta utile.
Dato che la diagnosi differenziale tra i diversi tipi di tumore papillare è difficile, anche quando
il medico ritiene che la lesione sia benigna verrà comunque raccomandato di rimuoverla,
perché potrebbe nascondere cellule invasive.
I trattamenti oncologici per il cancro al seno possono anche essere combinati tra di loro per garantire alla donna risultati più efficaci.
Carcinoma papillare, guarigione e sopravvivenza
Generalmente il carcinoma papillare risponde bene al trattamento e il tasso di sopravvivenza è molto buono per i tumori localizzati (99% a distanza di 5 anni dalla diagnosi).
In presenza di diffusione regionale la percentuale di sopravvivenza a 5 anni cala all’86%, mentre in presenza di metastasi a distanza si attesta intorno al 30%.
La prospettiva individuale comunque dipende da molti fattori, come:
- Estensione del tumore alla diagnosi;
- Grado tumorale;
- Età e salute generale;
- Stato dei recettori ormonali.
Recidive
Il carcinoma mammario papillare raramente dà metastasi in altre parti del corpo e ha una
sopravvivenza e una prognosi migliori rispetto ad altri tumori al seno.
Va comunque effettuato un monitoraggio periodico anche a distanza di anni dal trattamento per identificare precocemente l’eventuale comparsa di recidive.
Avviso alle utenti
Le informazioni contenute in questa pagina sono solo a scopo informativo e non possono assolutamente sostituire il parere del medico.
Autore: Dr. Marco Cantele
Bibliografia
Papillary neoplasm of the breast – A review and update
Ultima modifica 29 Agosto 2023