Linfoadenectomia ascellare
La linfoadenectomia o asportazione dei linfonodi ascellari, può essere necessaria come parte del trattamento di un cancro alla mammella invasivo.
Il tumore alla mammella infatti tende a diffondere agli organi vicini e una delle prime sedi colpite è la stazione linfonodale a livello dell’ascella omolaterale.
Dissezione del cavo ascellare, in cosa consiste
Una dissezione del cavo ascellare è un intervento chirurgico per rimuovere i linfonodi dell’ascella. Altri termini che indicano questo intervento sono dissezione del nodo ascellare o linfoadenectomia ascellare.
I linfonodi sono una componente del sistema linfatico e hanno lo scopo di filtrare la linfa e catturare batteri, virus e cellule anormali che vengono poi eliminate dalle cellule del sistema immunitario.
Il fluido linfatico può trasportare anche cellule tumorali che si sono distaccate dalla sede di origine, per cui l’analisi dei linfonodi consente di capire se il tumore ha dato metastasi e di valutare al meglio trattamento e prognosi.
In quali casi è indicata la linfoadenectomia
Essendo un intervento molto invasivo, si esegue qualora vi sia già il sospetto clinico o radiografico di malattia localizzata ai linfonodi, come la presenza di linfonodi palpabili o aumentati di volume, e il linfonodo sentinella risulti positivo per la presenza di cellule tumorali.
Vantaggi della linfoadenectomia ascellare
La linfadenectomia ascellare consente di prelevare linfonodi per essere studiati in laboratorio, oltre che come parte del trattamento del cancro.
Il numero di linfonodi positivi definisce il parametro N della stadiazione TNM del cancro. La stadiazione del tumore, insieme ad altri fattori prognostici, è un elemento indispensabile per prendere decisioni terapeutiche e definire la prognosi per la paziente.
Come si esegue l’intervento di linfoadenectomia
Una dissezione del cavo ascellare viene eseguita in anestesia generale nella sala operatoria dell’ospedale. Può essere eseguita contemporaneamente all’intervento chirurgico di asportazione del cancro.
Il chirurgo esegue un taglio sotto il braccio e rimuove circa 10-40 linfonodi, che vengono inviati al laboratorio di patologia per essere esaminati da un anatomopatologo.
Dopo aver rimosso i linfonodi, il chirurgo posiziona un tubicino per il drenaggio della ferita e chiude il taglio con punti o graffette. Una sacca di drenaggio è fissata all’estremità del tubo per raccogliere il fluido che fuoriesce dall’area.
Ciò riduce la possibilità di accumulo di liquidi e migliora la guarigione. Lo scarico viene lasciato in posizione in genere per alcune settimane.
Le persone sottoposte alla procedura vengono rimandate a casa 1-2 giorni, ma il periodo di degenza può aumentare se vengono eseguiti contestualmente altri interventi chirurgici.
La paziente riceverà dallo staff le istruzioni necessarie per la cura della ferita, la gestione del drenaggio, le attività da poter svolgere e gli indumenti da indossare. Verrà fissato un appuntamento dopo 1-2 settimane per la rivalutazione della ferita chirurgica.
Preparazione all’intervento
Per la preparazione all’intervento è necessario rispettare il digiuno di almeno sei ore e le indicazioni sulla gestione del farmaci assunti fornite dallo staff medico.
È richiesta la depilazione del cavo ascellare, una doccia la sera prima di andare in sala operatoria e la rimozione di indumenti, oggetti metallici ed eventuali protesi mobili.
Durata dell’intervento
La procedura richiederà circa una o due ore di tempo chirurgico ed è spesso effettuata nel contesto di una mastectomia.
Controindicazioni della linfoadenectomia
Non ci sono controindicazioni particolari all’esecuzione dell’intervento.
Come ci si sente dopo l’intervento di linfoadectomia
L’intervento di linfoadenectomia viene effettuato in anestesia generale, per cui al risveglio è possibile accusare una lieve dolenzia della parte operata, controllabile con gli antidolorifici.
La paziente verrà monitorata per valutare la possibile insorgenza di complicazioni o effetti avversi da anestesia.
Tempi di guarigione
La guarigione completa richiede 2-3 settimane circa, ma può allungarsi in caso di ricostruzione mammaria immediata.
Terapie adiuvanti
A seconda del risultato dello studio dei linfonodi e di altri fattori prognostici, il medico deciderà se sono necessari ulteriori test, eventuali trattamenti o cure di follow-up.
La terapia adiuvante può essere costituita da una combinazione di radioterapia, terapia ormonale e/o chemioterapia, secondo gli schemi indicati dalle linee guida condivise a livello europeo e mondiale.
Conseguenze dell’asportazione dei linfonodi ascellari
Come tutti gli interventi chirurgici possono presentarsi complicanze generiche rappresentate principalmente da infezioni, raccolte di sangue, siero o linfa (ematomi sieromi o linfoceli) o da riapertura della ferita.
La complicanza maggiormente legata a questo tipo di intervento è il linfedema del braccio. Essa si presenta fino al 20% dei casi, da settimane ad anni dopo l’intervento.
È caratterizzato da gonfiore dell’arto superiore dovuto al carente drenaggio delle vie linfatiche dell’arto, a causa della rimozione dei linfonodi ascellari. Si tratta di una situazione comunque risolvibile con un tempestivo trattamento di linfodrenaggio.
Riabilitazione motoria
La mobilizzazione precoce dell’arto superiore nelle prime settimane dopo l’intervento chirurgico è molto utile per prevenire complicanze post-chirurgiche, come aderenze cicatriziali e linfedema, e per recuperare la completa funzionalità del braccio.
Lo staff istruirà la paziente riguardo a quali esercizi svolgere.
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Autore: Dr. Marco Cantele
Linfoadenectomia – Bibliografia
Ultima modifica 2 Agosto 2023